Caratteristiche socio-demografiche della popolazione marcianisana del Settecento

12.05.2014 16:03

Le fonti sulla storia di Marcianise nel ‘700 sono davvero poche ma grazie allo studioso Donato Musone è possibile avere una ricostruzione socio-demografica della città, ricavata dallo studio e dall’esame dei catasti onciari dell’epoca.

Il Catasto onciario, precursore degli odierni catasti, rappresenta l'attuazione pratica delle norme dettate dal re Carlo di Borbone nella prima metà del ‘700 per un riordino fiscale del Regno delle Due Sicilie. Fu uno strumento utile a eliminare i privilegi goduti dalle classi più abbienti che facevano gravare i tributi fiscali sempre sulle classi più umili e, di fatto, rappresenta uno dei più brillanti esempi del tempo d’ingegneria finanziaria e di ripartizione proporzionale del peso fiscale.

Si chiamò Onciario perché la valutazione dei patrimoni terrieri veniva stimata in once, una misura di monete corrispondente a sei ducati.

Per restaurare il regno, il re Carlo si fece aiutare da Bernardo Tanucci,  politico ed economista italiano,  che ricoprì numerose cariche istituzionali, tra cui quella di segretario di Stato della Giustizia e Ministro degli Affari esteri e della Casa Reale.

Dall’analisi dei catasti onciari del territorio di Marcianise emerge che la maggior parte della popolazione era costituita da braccianti e agricoltori, altri mestieri erano quelli dello ‘scarparo’,’suolachianiello’, addetto negozio di ‘vettuvaglie’, ecc.

Tra i nomi femminili più diffusi, possiamo menzionare: Ermenegilda, Bettina, Isabella, Veneranda, Olimpia, Cecilia, ecc. Le donne di quest’epoca erano però prive d’istruzione, tant’è vero che non sapevano né leggere né ‘summare’. Numerose erano le cosiddette vergini in capillis: donne di casa, "zitelle" nel senso che pur essendo "vergini" non erano in attesa di marito o per età o per decisione del padre allo scopo di non dotarle. Proprio per questo motivo rivestivano un importante ruolo economico all’interno della famiglia: non disperdere il patrimonio familiare. Marcianise, infatti, nasce come comunità prettamente agricola, anche le famiglie più benestanti avevano origini contadine ed erano riuscite con gli anni a risollevare la propria situazione economico-sociale.

In famiglie altolocate i beni erano dati solo al primo genito, mentre gli altri figli erano destinati al chiostro o alla vita militare. Infatti, nello stesso anno, Marcianise stimava all’incirca 4.500 abitanti e aveva sessantaquattro sacerdoti, il cui ruolo all’interno della famiglia era soprattutto economico (come per le vergini in capillis), oltre che di prestigio.